Il 30 ottobre 2025, presso il MuMAC – Museo della Macchina per Caffè di Milano, KFI ha riunito esperti, aziende e innovatori del mondo della supply chain per una giornata di confronto e approfondimento dedicata alla sfida più urgente del mercato: la carenza di manodopera.
Dalla complessità alla semplicità: l’automazione ibrida come risposta
Il labour shortage e la trasformazione del mercato del lavoro
Il fenomeno del labour shortage sta ridefinendo gli equilibri del mercato del lavoro e mettendo sotto pressione i modelli produttivi tradizionali e la gestione dei processi logistici.
A introdurre i lavori è stato Carlo Caserini, Presidente di KFI, che ha sottolineato l’impegno dell’azienda nel proporre soluzioni tecnologiche accessibili e sostenibili, capaci di coniugare automazione e valore umano.
A seguire, il Dott. Paolo Giacobbe, ricercatore degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, ha offerto una fotografia puntuale del contesto italiano ed europeo: un’analisi dei trend che evidenzia come la carenza di operatori non è una parentesi, ma la variabile che sta ridisegnando la logistica. A volumi più volatili e a una struttura dei costi in crescita (canoni, energia, carburante, costo del denaro e della manodopera) si somma un mercato del lavoro in rapido riassetto, dove invecchiamento della forza lavoro, turnover e bassa attrattività complicano la copertura dei ruoli operativi e specialistici. La conseguenza è una logistica sempre più strategica per competitività e servizio.
Abilitatori tecnologici e strumenti ergonomici per una logistica evoluta
La risposta passa da due leve complementari: lavorare sull’attrattività e sulla sostenibilità sociale – sicurezza e salute, equilibrio vita-lavoro, condizioni psico-sociali, valorizzazione delle competenze – e accelerare sugli abilitatori tecnologici per una “logistica human-centric”, che si traduce in processi progettati con e per gli operatori e investimenti che migliorano il luogo di lavoro e l’equità lungo la filiera.
I casi considerati dal POLIMI mostrano la direzione: software di labor management e algoritmi di pianificazione human-centric, wearable ed esoscheletri; fino a soluzioni concrete come piattaforme informative uniche e postazioni “parts-to-picker” ergonomiche che aumentano produttività e benessere. L’opportunità è chiara: vantaggio competitivo mettendo il capitale umano al centro; il rischio è fermarsi alla consapevolezza senza agire.
Automazione spinta vs automazione ibrida: quale futuro per i magazzini
Il tema è stato approfondito da Marco Benettin, Senior Supply Chain Advisor, che ha confrontato le logiche dell’automazione spinta con quelle dell’automazione ibrida.
Se la prima tende a massimizzare la sostituzione della forza lavoro umana, la seconda punta su una collaborazione intelligente tra persone, robot mobili e sistemi digitali, in grado di adattarsi meglio alle fluttuazioni operative e alle esigenze del mercato. In scenari incerti e mutevoli conviene privilegiare soluzioni scalabili. L’automazione fissa garantisce efficienza ma impone orizzonti lunghi (15–20 anni), investimento “one shot”, progetti greenfield e 3–4 anni tra studio e go-live, risultando rigida rispetto a variazioni di volumi o mix e complessa da estendere.
Dalla rigidità dell’automazione fissa alla flessibilità dell’automazione mobile
L’automazione mobile, invece, punta su AMR riutilizzabili: investimento modulare, ROI sotto i 4 anni, tempi di 12–18 mesi, perfetta per brownfield e picchi gestiti aggiungendo robot “a elastico”; gli AMR sono integrabili e multifunzione (picking, ventilazione/sorting, trasferimenti). In prospettiva, parchi AMR eterogenei e coordinati (case history con >600 robot) e possibili umanoidi entro 4 anni, con efficienza in crescita lungo la curva di apprendimento.
La prospettiva di KFI è quella di un equilibrio sostenibile, dove l’efficienza non si raggiunge eliminando il fattore umano, ma valorizzandolo attraverso tecnologie che semplificano, supportano e amplificano le capacità delle persone.
La visione KFI: ibridazione, robotizzazione e piattaforme digitali
Nella seconda parte della mattinata, Guido Madella, Head of Solutions KFI, ha presentato le soluzioni logistiche sviluppate dall’azienda per rendere i magazzini più flessibili, digitali e interconnessi.
Ha mostrato come l’integrazione di RFID, visione artificiale, sistemi vocali e tecnologie pick/put-to-light consenta di costruire ambienti di lavoro più sicuri ed efficienti, in cui i processi sono tracciabili in tempo reale e le attività manuali si riducono drasticamente.
A chiudere i lavori, Antonino Lanza, Strategy & Corporate Development KFI, ha delineato la visione strategica dell’azienda: un modello di automazione ibrida che non sostituisce, ma affianca l’uomo, potenziando le sue capacità operative e permettendo di affrontare in modo sostenibile la carenza di manodopera nel lungo periodo.
Hybrid workforce management: una nuova architettura del lavoro
Il concetto di Hybrid Workforce rappresenta la naturale evoluzione dell’automazione collaborativa. Si tratta di un modello operativo in cui persone e tecnologie – robot mobili, sistemi vocali, sensori IoT e software di orchestrazione – cooperano in modo sinergico per ottimizzare le attività logistiche e produttive.
Secondo KFI, l’adozione di modelli di forza lavoro ibrida consente di ridurre i costi operativi fino al 50%, aumentare la produttività di oltre il 30% e migliorare la sicurezza sul lavoro del 40%. L’automazione ibrida non elimina le mansioni umane, ma ne valorizza il contributo cognitivo e decisionale, trasferendo ai robot le attività ripetitive e a basso valore aggiunto.
Le applicazioni più diffuse riguardano tre aree chiave:
1) l’inbound, con la robotizzazione dei flussi di ricevimento e stoccaggio merci;
2) il fulfillment, dove la collaborazione uomo-robot consente l’allestimento degli ordini più rapido e accurato;
3) l’outbound, in cui i processi robotizzati di consolidamento, verifica e conferimento in uscita riducono tempi di spedizione e errori.
Nei magazzini che adottano soluzioni di Hybrid Workforce, i tempi di ciclo possono ridursi fino al 45%.
Oltre ai vantaggi economici, l’impatto ESG è significativo: la riduzione dei tempi di percorrenza interni e dell’errore umano consente una diminuzione dei consumi energetici fino al 12% e un calo medio delle emissioni indirette del 9%. Inoltre, l’introduzione di tecnologie collaborative aumenta l’ergonomia e riduce gli infortuni, migliorando il benessere operativo del personale.
Dalle parole ai fatti: le Live Demo KFI
Nel pomeriggio i partecipanti hanno testato dal vivo le nostre tecnologie:
- Smart Tracking RFID per tracciabilità end-to-end;
- Visione artificiale che rende intelligenti le unità di movimentazione;
- Smart Labels & Pick by Light per digitalizzare picking e replenishment;
- Sistemi vocali avanzati per maggiore ergonomia e precisione.
- AMR/Voice nell’Area Automazione KFI, con robot mobili Lowpad e piattaforma di orchestrazione in uno scenario operativo reale.
Un ringraziamento ai partner dell’innovazione
KFI desidera ringraziare i partner Honeywell, Datalogic e Lowpad, che hanno condiviso la propria esperienza e le proprie tecnologie contribuendo al successo dell’evento e al valore dei contenuti proposti.
KFI: persone e robotica possono lavorare insieme
Con “KFI risolve il Labour Shortage”, l’azienda conferma il proprio ruolo di punto di riferimento nell’evoluzione dei processi logistici.
Un evento che ha dimostrato come l’innovazione non sia solo una questione di macchine, ma di sinergia tra persone e robot, di tecnologie pensate per semplificare e di visione per affrontare le sfide del domani con intelligenza e concretezza.